sabato 27 agosto 2011

Flavio Tosi: «Ecco perché scelgo e amo la Puglia»

Il sindaco di Verona in vacanza a Ostuni (Costa Merlata)
«Mare stupendo, ma il Sud non valorizza il territorio»

OSTUNI - «Passeggiando per le vie della Città Bianca ho incontrato un simpatico vecchietto che non ha esitato ad offrirmi un caffè appena mi ha riconosciuto. Be’, dalle mie parti non so se sarebbe accaduto...». Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona dal 2007, simbolo della politica nordista che avanza e tenta di conquistare sedi ministeriali al Nord, ha scelto di trascorrere le sue vacanze ad Ostuni, a Masseria Santa Lucia di Costa Merlata, anche per incontri come questo. Per sua stessa ammissione «i meridionali, e in particolare i pugliesi sono certamente più ospitali» rispetto alla sua gente. Ne apprezza la gentilezza e l’apertura ma anche il coraggio, soprattutto dei giovani, che scelgono di lasciare le loro case spinti dall’esigenza di lavorare. Resterà in provincia di Brindisi per dieci giorni Tosi, fino a domenica, poi tornerà a Verona per dedicarsi a tempo pieno all’amministrazione della città con cui, però, ha scelto di mantenere costantemente i contatti anche durante le ferie.
Sindaco, non è la prima volta che sceglie la Puglia per le sue vacanze. Un leghista duro e puro che viene al Sud...
«Sono già stato un paio di volte sul Gargano e in vacanza qui anche con i miei genitori. Questa è decisamente la regione che preferisco, anche rispetto alla Sicilia e alla Campania».
Insomma, ne è passato del tempo da quando tolse il ritratto del Capo dello Stato dal suo ufficio.
«Il ritratto però l’ho fatto rimettere. Comunque la bellezza del mare qui è impareggiabile e mi fa piacere ritrovare anche un paio dei miei consiglieri che sono originari di Altamura e del Salento. Ho intenzione di ritornare anche l’anno prossimo».
La Puglia è una meta che consiglierebbe anche a Renzo Bossi, figlio del senatùr?
Lui ha detto che non ha mai visitato città più a sud di Roma?

«Renzo è un ragazzo di vent’anni; ha tempo per crescere. È normale che sia un po’ sopra le righe».
Intanto questo non gli ha impedito di diventare consigliere regionale. Resta sempre il figlio del «capo».
«Eh, lo so. Deve crescere appunto. Ha tempo per cambiare idea ed anche per ammirare gli splendidi chilometri di costa che avete qui o di assaggiare i sapori di questa terra che sono unici, soprattutto i vini».
Eppure i giovani, per studio o lavoro, continuano a preferire il Nord. Come se lo spiega?
«E’ una questione di opportunità anche se, negli ultimi tempi, proprio come sta avvenendo per tanti extra comunitari, i giovani meridionali tornano a casa perché le occasioni di lavoro sono diminuite anche da noi. Io personalmente ne ammiro molto il coraggio».
Lei non lo farebbe? Non si trasferirebbe da queste parti se fosse costretto?
«No, credo proprio di no. Ma se ci fossi nato, sarebbe diverso. Adesso sono abituato ad altri ritmi, altro clima, altre città, altra realtà».
Per essere uno dei leghisti più atipici, non le sembra di cadere in vecchi pregiudizi? Il Nord che corre e produce e il Sud lento e pigro...
«Sono differenze vere, reali e concrete ma che non determinano un divario. Poi oggi, con aeroporti in tante città e voli a basso costo, l’Italia è un Paese che si percorre velocemente e senza troppe difficoltà».
Allora come mai avvertivate l’esigenza di spostare le sedi dei Ministeri al Nord?
«È l’esigenza di decentrare un po’ il potere dalla capitale. Probabilmente se ci fosse una Lega del Sud, ci sarebbero sedi ministeriali anche a Lecce. Ma anche uno come Miccichè è più impegnato a difendere certi clientelismi che la Sicilia».
E invece cosa pensa della velleità di Nichi Vendola, governatore della Puglia, che punta a spodestare Berlusconi?
«Impresa impossibile. Quelli che hanno vinto contro Berlusconi, lo dicono i fatti, erano di estrazione democristiana: uno che proviene da Rifondazione comunista non ha alcuna chance. Basti pensare a quello che è avvenuto con le amministrative a Milano: Giuliano Pisapia è diventato sindaco solo perché ha perso Letizia Moratti. La sua gente non è andata a votarla: i dati sull’affluenza segnano il risultato».
E la vittoria di Luigi de Magistris a Napoli?
«È il miglior sindaco che la città potesse esprimere. De Magistris è l’unico che può riuscire dove gli altri hanno fallito. Soprattutto sulla questione dei rifiuti. Tuttavia credo che Napoli non sia solo Scampia: quella è una nicchia negativa, ma non è sinonimo di napoletanità».
Estremizzando e volendo provocarla, le chiedo: meglio un vicino di casa napoletano o un rom?
«Napoletano senza alcun dubbio. Anche se in passato ho detto che Napolitano non rappresenta tutta l’Italia (appena eletto sindaco ne aveva sostituito il ritratto in ufficio con quello di Sandro Pertini, ndr), la Campania mi piace, dalla costiera amalfitana a Caserta, ho avuto modo di apprezzarne la bellezza».
Esiste un divario tra le città italiane in termini di pulizia, sicurezza e civiltà?
«Non così netto come potrebbe sembrare. A livello di sicurezza ad esempio, Brindisi è una città che ha saputo uscire dal periodo della Sacra corona unita e togliersi certe scorie come dovrebbero fare anche altre realtà in Sicilia, Calabria o Campania. Il Sud ha i mezzi per farlo e, se posso, in conclusione mi piacerebbe dare un consiglio ai meridionali».
Dica pure.
«I meridionali imparino a valorizzare di più la bellezza geografica di cui dispongono. Le nostre città sono più brutte ma piene di turisti; qui, invece, il turismo non viene sostenuto a dovere. Le possibilità vanno sfruttate meglio».
Francesca Cuomo